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Tremonti Bond: per le banche le opzioni diventano tre

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2009-02-24

BOND da EMETTERE

BANCHE

MLD

UNICREDIT

6,742

INTESA S PAOLO

6,638

MONTE DEI PASCHI SIENA

1,769

BANCO POPOLARE

1,144

UBI BANCA

1,444

BANCA POPOLARE MILANO

0,506

CREDEM

0,283

TOTALE MLD Euro

18,526

CORRIERE della SERA

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2009-02-24

Tremonti Bond: per le banche le opzioni diventano tre

di Isabella Bufacchi

21 Febbraio 2009

VIDEO

L'OPINIONE / I rischi dei Tremonti bond (di Isabella Bufacchi)

Banche, via libera Ue ai Tremonti bond

AUDIO

RADIO24 / Berlusconi sullo Stato nelle banche

Banche, gli stipendi dei manager italiani

I due possibili Tremonti-bond (senza privati)

Non uno, non due, bensì tre. Sono tre alla fine le versioni del Tremonti bond al quale le banche potranno ricorrere per rafforzare il capitale di vigilanza Core Tier-1: c'è quello che le banche terranno più a lungo, quello per gli istituti che lo rimborseranno il prima possibile e, infine, quello che può essere sottoscritto dal Mef e da investitori privati assieme: quest'ultimo sempreché "le condizioni siano tali da non alterare gli incentivi degli investitori privati", nel rispetto della concorrenza del mercato.

Il "vecchio" prestito subordinato

Le condizioni del "vecchio" subordinato varato dal Governo lo scorso dicembre, infatti, restano in vigore, per gli istituti che avranno bisogno di trarre vantaggio da questo intervento dello Statoper lungo tempo e per le quali può risultare più

conveniente pagare cedole più basse nei primi anni a partire dal 7,5%: il rimborso sopra la pari nei primi anni è caro ma non viene attivato.

La novità introdotta venerdì 20 febbraio è l'aggiunta di un "nuovo" Tremonti bond, per il quale si è resa necessaria l'approvazione di Bruxelles: questo subordinato è mirato alle banche che intendono approfittare di questa opportunità per il minor tempo possibile e che preferiscono pagare una cedola più alta (8,5%) per i primi quattro anni pur di spuntare un rimborso alla pari (100). Infine, il Mef ha ideato un terzo Tremonti bond che può essere sottoscritto tanto dal Tesoro quanto dai privati, quando questi ultimi acquistano "almeno" una quota del 30% dell'emissione. Tanto più elevato è il collocamento sul mercato, tanto meglio per il Mef. Questo strumento di ricapitalizzazione può essere il vecchio oppure il nuovo Tremonti bond (non ha nulla a che fare con gli aumenti di capitale sul mercato tramite azioni con diritto di voto), ma proprio perché l'impegno dello Stato si riduce grazie alla partecipazione dei privati, la banca ottiene un ulteriore sconto: nella formula del pagamento degli interessi agganciati al rendimento dei titoli di Stato, il relazione all'esercizio 2011 e agli esercizi successivi, l'onere degli interessi può essere pari alla media dei rendimenti all'emissione del BTp a 30 anni, maggiorato di 200 centesimi di punto percentuale e non 300 punti base come invece accade per il vecchio e il nuovo Tremonti bond. Quest'ultima formulazione ha però un vincolo, che è quello del rispetto della concorrenza: queste speciali obbligazioni possono essere collocate ai privati (fors'anche retail) se le condizioni sono in linea con quelle del mercato e non sono tali da "alterare gli incentivi degli investitori privati".

Un'altra novità importante è stata inserita nell'ultima versione del decreto sui Tremonti bond approvata da Bruxelles: un cap al 15% anche per quanto riguarda l'onere calcolato sui dividendi. Nel definire il pagamento degli interessi di queste obbligazioni, infatti, il Mef traccia tre strade: a) un coupon che sale nel tempo; b) una remunerazione rapportata ai dividendi; c) un tasso d'interesse agganciato al rendimento dei BTP a trent'anni. Nella prima versione del subordinato per il Core Tier-1, il Mef aveva previsto un tetto al 15% solo per la cedola dal 2039 in poi. Nella nuova formulazione, gli oneri pagati dalle banche sono calcolati in relazione al dividendo al 105% (2009), 110% (2010), 115% (2011-2017) e 125% (2018 in poi) "fermo restando il limite del 15%".

Il Tesoro, nel presentare il nuovo testo integrato del decreto alla Commissione europea, ha sostenuto che al fine di favorire un adeguato flusso di credito all'economia e per tenere in considerazione l'orizzonte temporale che le banche italiane prospettano ad oggi in merito allo strumento, "si rappresenta l'esigenza di affiancare – alle condizioni economiche relative alla cedola e al rimborso già approvate dalla Commissione – condizioni alternative che abbiano, nel lungo periodo e in termini intertemporali, effetti analoghi". Così un rimborso a condizioni meno onerose nei primi anni è stato compensato da una cedola più elevata.

isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

 

 

 

 

 

17 febbraio 2009

Tratto dal sito www.lavoce.info

La tabella dei compensi che le banche italiane quotate hanno corrisposto nell'esercizio 2007 agli amministratori delegati ed ai presidenti e vicepresidenti dei consigli di amministrazione e – nelle società con governance duale - dei consigli di gestione e di sorveglianza. I dati della tabella sono desunti dalla nota integrativa al bilancio civilistico che ogni società quotata è tenuta a pubblicare.

Per una corretta lettura della tabella è bene tener conto di alcune precisazioni.

- Gli emolumenti comprendono sostanzialmente i compensi per la carica deliberati dall'assemblea o, talvolta, dal Consiglio di amministrazione. I benefici non monetari comprendono i fringe benefit; i bonus e altri incentivi comprendono le quote di retribuzione variabile, legata ai risultati aziendali o al raggiungimento di obiettivi di budget; gli altri compensi comprendono una moltitudine di altri possibili casi, dagli emolumenti per cariche in società controllate, agli stipendi percepiti in qualità di dipendenti (ad esempio, qualora cumulino con la carica di amministratore quella di direttore generale), alle indennità di fine carica, ad altri casi ancora (tant'è che lunghe e fitte note a piè di pagina spiegano sovente la composizione di tale voce).

- Tra gli altri compensi può rientrare anche il controvalore "definitivo" delle stock option, effettivamente percepito dagli amministratori quando esse vengono esercitate (acquistando le azioni opzionate e, di solito, vendendole immediatamente). La tabella non riporta, invece, il controvalore "teorico" delle stock option ancora in essere, poiché esso non è riportato nella nota integrativa. Di conseguenza, il computo delle remunerazioni dei massimi dirigenti bancari fornito dalla tabella risulta indicativo ma "di prima approssimazione".

- Una visione d'insieme sui piani di stock option in essere si può ricavare da un prospetto distinto (pure riportato in nota integrativa) che evidenzia la dinamica numerica delle opzioni nel corso dell'anno e il relativo prezzo di esercizio (ma non – si è detto – il controvalore "teorico", né la sua variazione nel corso dell'anno). La tabella riporta i cinque casi in cui gli amministratori delegati sono beneficiari di piani di stock option, ricavati dalla lettura del prospetto citato.

- I dati si riferiscono a quanto effettivamente percepito dai top manager nell'esercizio 2007. In qualche caso, le cifre riportate sono riferite a periodi più brevi (in caso di entrata in carica o dimissioni in corso d'anno). Salvo nel caso del Banco Popolare, esplicitamente segnalato (e riferito al periodo post-fusione con la Banca Popolare di Lodi), nella tabella non sono riportati altri casi.

- Si può notare che quattro top manager (De Censi, Innnocenzi, Leoni e Rampl) hanno cariche (e compensi) in più di una banca quotata. Non vengono invece evidenziati qui i casi (frequenti) in cui i banchieri che figurano nella tabella percepiscono anche compensi di "semplici" consiglieri in cda o in cdg/cds di altre banche.

Questo è dunque il quadro dei compensi dei banchieri italiani nell'anno in cui la crisi finanziaria non era ancora iniziata e nemmeno immaginabile. Un anno dopo qualcosa è sicuramente cambiato, in peggio, per coloro che sono compensati con stock option e bonus. Per gli altri, c'è da scommettere, la "busta paga" è rimasta immutata. Ma saranno i bilanci dell'esercizio 2008 a dircelo.

 

 

 

 

Banche: la tabella dei compensi ai manager nel 2007

Compensi manager bancari - prima parte

Compensi manager bancari - seconda parte

I compensi dei manager tra rinunce e silenzi

Nel 2007 il manager bancario che ha incassato gli emolumenti più alti è stato Gabriele Galateri di Genola, all'epoca presidente del consiglio di amministrazione di Mediobanca. Tra emolumenti per la carica (2,052 milioni di euro), benefit (37 mila euro), bonus e altri incentivi (950 mila), l'ex presidente di Mediobanca arriva a 11,039 milioni di euro. Hanno pesato gli 8 milioni di "altri compensi", stock option comprese, percepiti dal manager quando, con la trasformazione momentanea della governance dell'istituto in duale, lasciò la guida della banca.

Alle spalle di Galateri, l'ad di Unicredit Alessandro Profumo ,con 9,44 milioni di euro sui quali la voce che pesa di più è quella dei bonus (5,950 milioni). Tra gli altri nomi che spiccano nella tabella elaborata da lavoce.info, va segnalato quello di Giampiero Auletta Armenise, ormai ex consigliere delegato di Ubi Banca: nel 2007 ha percepito 5,736 milioni di euro. In evidenza anche il nome di Giovanni Alberto Berneschi presidente di Banca Carige: 1,408 milioni. Dal lungo elenco – nella cui lettura bisogna tenere presenti le avvertenze che accompagnano la tabella di lavoce.info – vanno segnalati anche i nomi di Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa SanPaolo (3,790 milioni di euro di cui 1,5 milioni di bonus e altri incentivi) e quello di Nereo Dacci, ad di Banco di Desio e della Brianza: 2,797 milioni.

Nella tabella, suddivisa in due parti, è possibile confrontare i compensi di tutti i banchieri, voce per voce.

 

 

I compensi dei manager tra rinunce e silenzi

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18 febbraio 2009

Delle retribuzioni dei manager il Sole 24 Ore si è occupato spesso, anche nel corso dell'ultimo anno. In particolare Gianni Dragoni ha esaminato i bilanci delle società mettendo in evidenza le cifre percepite non solo nel settore bancario. Cifre che - soprattutto nella componente bonus - nei bilanci del 2008 sono destinate a subire riduzioni notevoli. Tuttavia, in Italia per ora solo il gruppo Unicredit ha annunciato l'azzeramento dei premi per i vertici. Un altro aspetto delicato è quello che riguarda i manager di seconda fascia, "i dirigenti con responsabilità strategiche", i cui compensi, a volte anche di alcuni milioni di euro, restano protetti da un cono d'ombra.

All'argomento Il Sole 24 Ore dedica un'attenzione costante con i cosiddetti "pay watch" sui singoli ma anche con tabelle di riepilogo che illustrano il quadro d'insieme. Da questo certosino lavoro, Gianni Dragoni ha tratto tanto materiale da scrivere anche un libro insieme a Giorgio Meletti, "La paga dei padroni" per l'editore Chiare Lettere.

Ecco una selezione degli articoli pubblicati nel corso del 2008 sulle paghe dei manager.

 

 

 

 

 

 

Banche, via libera Ue ai Tremonti bond

20 febbraio 2009

ANALISI

Una boccata d'ossigeno per il credito a Pmi e famiglie

(di Isabella Bufacchi)

Trichet: liquidità illimitata ai mercati

RADIO24 / Berlusconi sullo Stato nelle banche

Banche, gli stipendi dei manager italiani

Unicredit: Profumo, "l'Est Europa non ci preoccupa"

La Commissione Ue ha dato via libera alla modifica del regime italiano di conferimento di capitali agli istituti di credito, conosciuto come "Tremonti bond". In una nota l'Esecutivo Ue spiega che "le modifiche forniscono essenzialmente alle banche un'opzione alternativa per la remunerazione dei titoli" e che "il regime modificato rispetta le indicazioni della Commissione sulle misure di sostegno alle banche nel contesto della crisi finanziaria". In sostanza si tratta di nuovi strumenti finanziari, sottoscrivibili dal Tesoro, in grado di rafforzare sotto il profilo patrimoniale le aziende di credito che li emettono e che permette loro di tenere aperto il rubinetto del credito all'economia.

L'annuncio arriva con una nota nella quale Neelie Kroes, commissaria europea responsabile della concorrenza, spiega: "Le autorità italiane hanno chiesto il permesso di modificare l'impianto del loro regime per renderlo più interessante per le banche sane che intendono utilizzare capitali statali soltanto per un periodo molto breve. Il regime modificato garantisce una remunerazione adeguata per lo Stato e incoraggia l'uscita anticipata".

La Commissione Ue ha precisato che la dotazione di capitale fornita attraverso il Tremonti bond sarà limitata al 2% del valore dell'insieme delle attività della banca ponderate per il rischio e, in linea di massima, entro un livello dell'8% del capitale Tier 1. Le condizioni di remunerazione comprendono un coupon iniziale con clausole di step-up fissi, aumenti della remunerazione connessi ai pagamenti di dividendi e al costo di finanziamento dello Stato italiano nonché un premio sul prezzo di riscatto e che aumenta con il passare del tempo.

 

 

 

 

 

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2009-02-01

 

http://www.avvenire.it

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http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

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2009-02-01

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

http://www.ilgiornale.it/

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

 

 

 

 

 

 

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2009-02-01

 

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

http://www.gazzetta.it/

http://www.corrieredellosport.it/

http://www.wallstreetitalia.com/

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http://www.panorama.it/

http://espresso.repubblica.it/

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

 

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